Il 16 settembre il CO.CE.R. – Consiglio Centrale di Rappresentanza dei Militari Interforze ha incontrato il Capo di Stato Maggiore della Difesa e i vertici delle Forze Armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare.
Ciò che emerge dall’incontro è il tentativo di procrastinare la definitiva estinzione degli organi di rappresentanza.
Pare, infatti, che i delegati degli organi di rappresentanza militare del Co.Ce.R non vogliano proprio abbandonare la propria comoda “poltrona”.
La delibera approvata dal Co.Ce.R. interforze
Con la Delibera n. 26/XII il CO.CE.R. ha approvato a maggioranza (37 votanti, 35 favorevoli, 1 astenuto, 1 contrario), il documento con il quale si chiede di rinviare l’abrogazione degli organi di rappresentanza.
Il disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati prevede che gli Organismi della Rappresentanza Militare rimangano in carica, esclusivamente per le attività di ordinaria amministrazione, non oltre il novantesimo giorno dall\’entrata in vigore della legge (ART. 19).
Le motivazioni poco plausibili del Co.Ce.R. interforze
Ma quali sono le motivazioni per cui il Co.Ce.R. vorrebbe un prolungamento della sua attività?
Sono la necessità di colmare il vuoto di transizione dalla rappresentanza militare all’associazionismo sindacale e i problemi che ne conseguirebbero nella prossima contrattazione collettiva.
Ma proprio di questo gli Organi di rappresentanza sono, invece, corresponsabili della mancata attuazione di quanto statuito dalla Corte Costituzionale
Ma quanto costa la rappresentanza militare?
Gli ultimi dati ufficiali sono rinvenibili dall’interrogazione parlamentare del Senatore Marton (M5S) volta a conoscere le spese inerenti il funzionamento degli organismi di Rappresentanza Militare (Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00904 – Pubblicato il 16 aprile 2014).
Dai dati forniti nella risposta del Sottosegretario alla Difesa, On. Rossi (PI), già presidente del Co.Ce.R. Interforze del X mandato, risulta che nell’anno 2012 il costo complessivo è stato di quasi 4,4 milioni di euro, spesi principalmente per le indennità di missione dei delegati.
Forse, a molti non è chiaro che l’incarico di delegato della rappresentanza militare, a livello di Co.Ce.R, comporta la corresponsione, qualora prevista, dell’indennità giornaliera di missione, oltre vitto, alloggio e spese di viaggio, ovverosia la somma di 110 euro al giorno esentasse se in regime di missione forfettario, a completo carico dell’amministrazione.
Come si vede i benefici economici non sono pochi.
La Sentenza della Corte Costituzionale e il riconoscimento delle associazioni sindacali militari
La Sentenza n. 120 del 13.6.2018, ha riconosciuto che : «I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge; non possono aderire ad altre associazioni sindacali».
Ma cos’altro ha stabilito la pronuncia della Corte Costituzionale?
\”18.− Con riguardo agli ulteriori limiti, invece, è indispensabile una specifica disciplina legislativa. Tuttavia, per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione, nonché l’adeguamento agli obblighi convenzionali, questa Corte ritiene che, in attesa dell’intervento del legislatore, il vuoto normativo possa essere colmato con la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare e in particolare con quelle disposizioni (art. 1478, comma 7, del d.lgs. n. 66 del 2010) che escludono dalla loro competenza «le materie concernenti l’ordinamento, l’addestramento, le operazioni, il settore logistico-operativo, il rapporto gerarchico-funzionale e l’impiego del personale». Tali disposizioni infatti costituiscono, allo stato, adeguata garanzia dei valori e degli interessi prima richiamati.\”
La Corte Costituzionale, in pratica, ha sancito la necessità del tempestivo riconoscimento delle organizzazioni sindacali e dell’adozione delle condizioni che consentano il loro funzionamento nell’immediatezza.
In attesa dell’intervento del legislatore, la Corte ha fornito le indicazioni per colmare il vuoto normativo, mediante la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare, prevista dal Codice dell’ordinamento militare.
Ma ciò è stato negato mediante la regolamentazione con circolari amministrative emanate dai Ministeri competenti, riprese dagli Stati Maggiori, criticabile sotto il profilo costituzionale.
Il ruolo degli Organi di rappresentanza durante il vuoto normativo e l’ennesimo colpo di coda nel tentativo di procrastinarne l’esistenza.
In attesa dell’approvazione della Legge sull’associazionismo sindacale militare è stata menomata l’attività dei sindacati militari durante tutta la contingenza di effettiva vacanza normativa.
E gli organismi di rappresentanza non hanno mai avanzato alcuna richiesta circa l’ottemperanza del disposto della Consulta.
Nonostante la menzionata Sentenza, il Consiglio di Stato con parere n. 01795/2018 del 14 novembre 2018, espresso a seguito di richieste formulate dal Ministero della Difesa, ha stabilito che il potere di \”concertazione\”, al momento, sarebbe rimasta prerogativa della rappresentanza militare.
Sono trascorsi due lunghi anni in cui gli Organi di rappresentanza hanno avuto tutto il tempo necessario alla transizione nelle associazioni sindacali, visto che sin dall’originaria proposta di legge è stata prevista la loro abrogazione.
Invocare, oggi, la necessità di altro tempo per il passaggio alle associazioni sindacali, pare l’ennesimo colpo di coda per procrastinarne l’estinzione.
Evidentemente, il mantenimento dei benefici economici dei delegati, è ancora più importante dei diritti del personale militare che gli stessi avrebbero dovuto tutelare.
Questo spiega perché gli organismi di rappresentanza si ostinino ad osteggiare la svolta epocale nella tutela del personale militare, dell’associazionismo sindacale.
Per il Co.Ce.R. la posta in gioco è alta, ma non c’è da preoccuparsi perché le associazioni sindacali saranno in grado di tutelare il personale nella fase di transizione.
Fabio Perrotta (Segretario Provinciale Genova)