La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) avvia l’esame del ricorso di 400 finanzieri.
Il 18 giugno 2020, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha notificato al Governo italiano il ricorso avanzato da circa 400 finanzieri nel corso dell’anno 2013 e, pertanto, esaminare nel merito le doglianze manifestate, riconducibili alla violazione dell’art. 11 CEDU (libertà di associazione), dell’art. 14 CEDU (divieto di discriminazione), e del combinato disposto di cui agli artt. 11 e 13 CEDU (diritto ad un rimedio effettivo).
Tra i quesiti che la Corte ha sottoposto al Governo italiano, spicca quello centrale che riguarda la disparità di trattamento dei Finanzieri rispetto agli appartenenti alla Polizia di Stato, circa il diritto di costituire sindacati.
I giudici di Strasburgo chiedono, al riguardo, se la differenza di status fra gli appartenenti alla Polizia di Stato (ordinamento civile) e gli appartenenti alla Guardia di Finanza (ordinamento militare) sia meramente formale e, quindi, se possa giustificarsi il diverso trattamento cui essi sono sottoposti relativamente all’esercizio della libertà sindacale.
La Corte esaminerà i profili di violazione sollevati dai ricorrenti, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 120 del 2018 che ha sancito la parziale illegittimità costituzionale del divieto di associazione sindacale in ambito militare.
Il S.A.F. aderirà al giudizio in corso con “Atto di intervento del terzo”.